L’attività del Counselor

Le persone che si rivolgono ad un Counselor hanno l’opportunità di un primo colloquio in cui illustrano quello che secondo loro è un problema o una situazione difficile: spesso tengono molto alla loro storia, al problema ed ai tentativi fatti per risolverlo.

Si sa che le persone percepiscono la realtà (interna ed esterna) a pezzi ed a strati, e la loro consapevolezza è molto superficiale e limitata.

Uno dei limiti è dato dalla sofferenza, che impedisce alla persona di allargare la visione della sua situazione.

Un altro è dato dal tentativo di allontanarsi dall’esperienza dolorosa e dalle emozioni che la accompagnano.

Un altro, paradossale, è che il problema contiene sempre parti della sua storia da cui egli stesso non vuole separarsi.

Il risultato è che la vita, che è un processo in corso, viene percepita come un evento chiuso e fermo, quindi senza possibilità di cambiamento.

Ciò che è immobile infatti non ha una direzione e non produce vita.

La vita che ne deriva è poveramente percepita ed offre quindi poche scelte.

E ‘ necessario allora andare in profondità, recuperare parti mancanti della propria percezione, arricchirla di dati e visioni significative, in modo da rendere più facile “vedere” il problema in tutte le sue sfaccettature: se si ottiene una pur minima accettazione della situazione, ed un primo cambiamento di prospettiva forse si può stabilire un obiettivo con la persona, concreto e significativo.

Ciò che la persona ha nascosto anche a sé stesso, comincia quindi ad evidenziarsi andando a scavare nel suo linguaggio: vi sono proprio specifiche strutture linguistiche (parole, frasi, modi di dire) nelle quali le informazioni si mimetizzano.

Quindi il Counselor esperto confronta il racconto del cliente, in modo da aprirlo e svelarne parti nascoste o ambigue: il risultato è che la persona fa delle scoperte che aumentano la sua curiosità e resta sorpreso da quante cose non sa e scopre di sé e di ciò che credeva.

Scopre cose della vita e storia familiare, anche molto lontana, che mai poteva immaginare che avessero un rapporto col problema ed a cui non aveva dato la minima importanza.

Scopre che cose attribuite al caso o ad altri sono in realtà una sua diretta responsabilità, o frutto di sue scelte; oppure, al contrario, scopre che le sue azioni ed i suoi comportamenti sono originate da avvenimenti di cui egli è solo un inconsapevole vittima.

Poi, procedendo, identifica le convinzioni o le decisioni che guidano il suo comportamento attuale, limitandolo;

Spesso trova risorse insospettabili, laddove pensava di esserne sprovvisto: capisce magari che la sua famiglia, il padre, la madre, gli hanno voluto molto bene, anche se credeva di no, o che in alcuni momenti aveva interpretato male le loro intenzioni.

Capisce che le sue azioni ed i suoi comportamenti spesso hanno uno scopo essenzialmente positivo o almeno che nella vita egli poteva fare solo quello che ha fatto;

E vengono anche a galla i motivi per cui tante cose venivano inconsciamente nascoste.

Il risultato di tutto ciò, è la predisposizione al cambiamento perchè passa dal timore della scoperta al piacere e alla curiosità della scoperta, e comincia a leggere la sua vita in un modo diverso.

E’ questo un primo passaggio che il Counselor può far fare al cliente annullando il timore di trovare brutte cose o di aumentare le sue sofferenze.

Tante persone temono proprio questo: “non voglio soffrire ancora, è meglio lasciare tutto com’è”; non sanno che la scoperta di sé libera emozioni molto belle, apre il cuore a sentimenti diversi, ed apre la mente permettendole finalmente di percorrere la via della gioia e della speranza.

Così, come Pollicino, si pongono i sassolini per segnare il sentiero che porterà alla soluzione. Un sentiero che percorreremo insieme.