Non è vero che….quattro occhi sono meglio di due! (Quando la vista non è perfetta)

Trentacinque anni fa, appunto dopo aver portato occhiali per trent’anni, e di gradazione piuttosto forte, mi sono stufato. I disagi e le controindicazioni erano troppi.

Così mi sono messo a cercare ed osservare: cercavo un modo di cambiare ed osservavo i miei comportamenti. le tensioni nel corpo, i comportamenti automatici (cercare gli occhiali appena sveglio), le convinzioni mie e degli altri (non si può che peggiorare, tuo padre portava occhiali, quindi…), l’emozione durante le visite, la considerazione su di me da parte degli altri, la pretesa che io avessi una vista….come altri ritenevano che dovesse essere.

Ho trovato alcuni libri in commercio, ho scoperto che esistevano scuole, in Gran Bretagna, in America, in Germania; ho scritto, ottenuto risposte, iniziato a fare esercizi. Non esisteva internet, tutto via posta!

Per due anni mi sono dedicato giornalmente a piacevoli esercizi, interessanti e facili che occupavano circa dieci minuti due volte al giorno.

Con l’aiuto di un ottico ho gradualmente ridotto la gradazione delle lenti, adattandole alle mie vere necessità, che mutavano col procedere degli esercizi.

Ho anche scritto un libro, una sorta di tesi in cui ho messo tutto quello che ero riuscito a sapere.

Intanto riducevo anche l’uso degli occhiali, catenella al collo, il minimo indispensabile, finchè nelle ore di luce e di poco traffico ho anche guidato l’auto con prudenza, scoprendo anche nuovi vantaggi e funzionamenti.

Quel poco che si sapeva è stato totalmente utilizzato: tecniche di rilassamento, di massaggio cinese, bioenergetica; e poi riflessioni che mi portavano a neutralizzare sempre più convinzioni limitanti ed automatismi, scoprendo e chiarendo i meccanismi psicologici che presiedono ai disturbi della visione.

Ho appurato che ogni disturbo della vista è collegato ad emozioni, visioni della vita, situazioni vissute, modellamento dei genitori, paure, rabbia, noia, incapacità, disorientamento,tristezza…..ognuna specificamente tradotta in disabilità con meccanismi precisi, i cambiamenti di tensione muscolare di tutto il corpo, quelli specifici del viso e dell’occhio, la ridotta ossigenazione ed umidificazione, i cambiamenti di pressione, il comportamento della pupilla.

E poi significativi, i momenti della vita in cui tali disturbi si manifestano.

Insomma, non è una malattia (a parte le patologie vere, cataratta, glaucoma, ..e anche quelle….) e non c’è nulla da guarire, ma soprattutto non ci sono motivi per tenerseli.

Due anni dopo ho fatto la visita per la patente senza lenti e da quella volta le cose sono rimaste così, anzi sono migliorate.

E migliorano ancora, nonostante io abbia superato abbondantemente i 60 anni, questo è per me motivo di orgoglio e di successo.

Se si pensa che trent’anni fa non conoscevo la PNL, l’Ipnosi ed altre cose che oggi facilitano in modo incredibile il percorso, e lo velocizzano.

Certo, ci sono anche le operazioni, in casi molto gravi. Ma la maggior parte dei casi potrebbe migliorare con poco.

Ma la cosa più grave forse è la pigrizia, l’indolenza e la rassegnazione con cui le persone (i genitori soprattutto) accettano di avere un problema a cui….non c’è soluzione!

Nelle scuole italiane non c’è attenzione per questo aspetto dei bambini, e ci sarebbero tante cose da fare. E nessuno ne sa niente, e naturalmente ci sono infiniti business e lobbies che speculano.

Un aneddoto:

Un amico aveva un figlio che dai due anni ha manifestato un accentuato strabismo, e già i medici volevano intervenire chirurgicamente.

Arrivato a 6 anni mi è stato affidato: abbiamo veramente giocato molto, e mascherando gli esercizi da giochi dopo circa 6 mesi il bambino ha…perso gli occhiali in montagna. Ovviamente per alcuni giorni non ha avuto modo di procurarsene altri ed in quei giorni ci siamo accorti che gli occhi erano tornati normali.

Attendevo quel momento con curiosità, soprattutto per vedere cosa sarebbe accaduto intorno a lui.

Infatti, i genitori si sono separati: lo strabismo era la rappresentazione dello sforzo inconscio di tenerli uniti.

Il problema non si è più presentato, il ragazzo oggi ha avviato una promettente carriera diplomatica (anche quella prevista da me) ed è persona di grande successo.

Meditiamo : se abbiamo un problema, perchè non risolverlo ?