Nel corso della vita, ogni evento trova risonanza dentro di noi attraverso la manifestazione
dei processi emozionali, che sono la nostra risposta automatica in termini di energia.
Noi, non rispondiamo solo alle situazioni, ma anche reagiamo all’emozione in sé cioè riflettiamo sulla nostra risposta.
Le nostre reazioni trovano, ad accoglierle, una mente non sempre preparata, specie da bambini: se l’emozione a volte sarebbe in sé accettabile, a volte è l’interpretazione
renderla inadeguata ed a creare turbamento. Accade così che il disagio derivato da ciò che pensiamo dell’emozione o dell’esperienza diviene la vera esperienza negativa con cui dobbiamo confrontarci e che viene fissata nella memoria.
Ogni volta che percepiamo una sensazione simile scatta il collegamento con quella
emozione ed anche se, per anni, ciò non è avvenuto, può accadere che riemerga
improvvisamente .
Quando parliamo di memoria intendiamo un complesso sistema che immagazzina in ogni
cellula (nella memoria cellulare) dati ed informazioni provenienti dalle esperienze, come se
tutto il corpo fosse un enorme cervello.
Gli studi sulla Respirazione Circolare hanno chiarito che essa è un potente “riattivatore”
della memoria, favorendo il passaggio delle informazioni dall’inconscio al conscio
attraverso l’azione di stimolazione della parte energetica delle cellule.
Ecco perché, quando l’esperienza viene riportata al momento presente, è possibile
riviverla con la maturità e le risorse che, nel tempo, la persona ha sviluppato e
diventa così possibile la sua ristrutturazione e la conseguente disattivazione di
comportamenti che erano la diretta conseguenza dell’emozione originale provata.
L’abilità di integrare, una volta acquisita, ci permette di usare questo processo anche
“mentre” stiamo vivendo una qualsiasi esperienza, nel presente della vita quotidiana.
Ma come fa un’emozione a condizionare i nostri comportamenti ?
Le emozioni sono produzioni di energia che noi possiamo percepire all’interno del nostro corpo. A seconda dell’emozione avremo disponibilità di energia di tipo differente che sarà utilizzabile per azioni diverse.
Se la risposta alla percezione di queste forze interne sarà di accettazione, di apertura, di disponibilità e saremo in grado di convivere con esse, la percezione sarà almeno in parte piacevole e potremo usare l’emozione come fonte di energia per agire in modo naturale. Se, al contrario, non ci sentiremo adeguati alle percezioni, le sentiremo inadatte, strane o
fuori misura, la tendenza sarà di reprimerle. Il tentativo di cancellazione avrà però il solo esito di togliere dalla coscienza quello che non ci piace, trasferendo le informazioni in una zona inconscia dove esse staranno attive, vigili, in guardia, per tutelarci nel caso che possa succedere di nuovo la cosa che ci ha turbato.
Sarà la mente inconscia ad organizzare convinzioni, decisioni e comportamenti tali da
impedirci di cascare di nuovo nella trappola.
Ad esempio una persona che reprime una forte delusione potrebbe decidere
inconsciamente di non sentire mai più quelle sensazioni che non ha saputo capire ed
accettare. Per questo potrebbe creare delle convinzioni quali “non puoi aspettarti nulla di
buono dagli altri” o “alla fine chi ti ama poi ti frega” oppure “non vale la pena di
innamorarsi” etc. che la terranno lontana da relazioni intime che potrebbero deluderla.
Questi pensieri modificano direttamente l’agire della persona che ha tuttavia sempre la possibilità di diventarne consapevole nel momento in cui il suo stato o i suoi risultati nonsaranno come egli desidera.
L’ integrazione delle sensazioni fisiche, disattiva tutta l’esperienza emozionale, mente e corpo, e disattiva anche le convinzioni e decisioni che da essa erano derivate, liberando la persona da comportamenti obbligati.
Quindi è importante capire bene, da questo momento, come si produce l’Integrazione. Non esagero se affermo che essa è un mezzo per salvarsi. Ogni conflitto che c’è nel mondo viene da emozioni non integrate. E’ con ogni probabilità più importante saper integrare che saper leggere e scrivere. Integrare deve diventare un abitudine (consapevole), un abito mentale, una propria abilità al massimo grado da usare sempre.
La nostra attenzione va portata sempre per prima cosa sul nostro vissuto emotivo ed usata al servizio dell’integrazione. Comincia dunque subito.