Da anni compaiono sulla scena della psicologia Le Costellazioni Familiari, che , anticipate da intuizioni di più persone, sono state strutturate in una metodologia da Bert Hellinger.
Come sempre accade, tale metodologia è stata insegnata direttamente da lui, o da alcuni allievi , e diffusa attraverso alcuni testi quali “Senza radici non si vola”, “Gli ordini dell’amore”, etc.
In questi testi si descrivono esperienze, sintomi e rappresentazioni e si dà corpo al metodo, che negli anni è diventato piuttosto conosciuto.
A partire da Hellinger, come accade sempre, vi sono state rielaborazioni per mano degli allievi, ed un diffuso abbassamento della qualità, visibile e deprecabile, frutto anche dell’indiscriminata concessione di attestati a chiunque:
dai nomi che le procedure assumono (costellazioni sciamaniche, filosofiche, animistiche, addirittura anima-li…etc), a capocchia di chi lo decide in IMperfetta autonomia, alle posizioni prese nei riguardi di chi le assume come strumento per la psicoterapia.
Addirittura ho sentito alcune persone che stigmatizzano il loro utilizzo da parte di psicoterapeuti, sostenendo che “ la Costellazione deve essere solo quella senza altre componenti, durante il processo”
Ho visto direttamente, durante i lavori, avvenire di tutto nei gruppi:
chiamare costellazione una cosa che non ne aveva neppure la più pallida sembianza; costellatori (termine improprio e settoriale) non fare assolutamente nulla, secondo la credenza che tutto avviene spontaneamente; persone del gruppo a cui viene lasciato fare quello che vogliono (interagire col soggetto, con il conduttore, fare scene drammatiche finte o esagerate etc.)
Ho visto anche “gruppi” stabili, in cui si fanno costellazioni ogni mese, ovviamente in funzione del business, quasi fosse un passatempo.
Ho visto anche “conduttori”(termine più appropriato) anche molto conosciuti, improvvisarsi terapeuti, senza averne le competenze.
Come sempre mi sono state rivolte critiche, sostenendo “che io parlo perché non conosco, che non è giusto che qualcuno decida per altri se può fare le cose o no, che ognuno è libero, che solo chi ha fatto la scuola di Hellinger può parlare…etc.”
Le Costellazioni sono una metodologia Sistemica, centrata sulla Storia della Famiglia, che negli anni è diventata una delle componenti essenziali e specifiche di ogni lavoro psicologico.
Si realizza in vari modi, anche individuali, ma con un gruppo funziona meglio.
Serve a svelare funzionamenti e sistemi che, essendosi strutturati nella Storia della Famiglia, continuano ad essere operativi e condizionano la vita attuale delle persone, producendo effetti automatici ed inconsci, che impediscono una vita sana, adulta e felice.
E’ necessario chiarire ogni cosa, perché tutto quanto esposto genera inevitabilmente nella gente la….sana idea che queste cose sono pericolose, che possono fare danni, che sono soldi buttati, ed altre prese di posizione, assolutamente legittime, in presenza di operatori insufficienti.
Oltre a ciò, il bisogno di rispetto per le vicende della propria vita, porta a diffidare di ambienti senza regole o superficiali, in cui non ci sono limiti professionali da rispettare.
Anzitutto far parte di un gruppo che agisce con le Costellazioni è importante e delicato:
partecipare vuol dire far parte attiva in un processo che riguarda aspetti molto intimi e riservati della vita di un soggetto, eventi ed esperienze spesso tragici e dolorosi.
L’inizio è sempre un momento di chiarimento: al soggetto viene chiesto cosa vuole (la sua intenzione) da quel lavoro, ed il dialogo successivo è un processo di problem solving, che, mantenendo il soggetto con i piedi sulla terra, chiarisce alcuni particolari sia sul senso della richiesta sia su alcuni dati essenziali della Storia della Famiglia.
Ciò che avviene in sala implica un rispetto deve essere assoluto: vuol dire ascoltare senza dare giudizi, mantenere il più stretto riserbo, non parlarne con nessuno, ascoltarsi mentre il processo è in corso, fare attenzione a ciò che avviene davanti ai propri occhi, accettando le decisioni del terapeuta.
Nessuno viene obbligato a fare nulla.
Durante il lavoro non si assiste mai a manifestazioni emozionali esagerate, che sarebbero svianti. Emozioni personali, inevitabili risonanze di ciò che si vede avvenire, troveranno successivamente una specifica procedura di accoglienza.
Le intuizioni di chi partecipa sono parte essenziale del lavoro: in modo sorprendente ci si trova a vivere cose di altri. Non è necessario fare nulla, ma solo esserci ed avere fiducia nel proprio sentire.
Le informazioni che la messa in scena fornisce sono la base rivelatrice del sistema problematico; con quei dati, chi guida muove il processo verso la soluzione.
Viene poi dedicato ai partecipanti un momento di “restituzione” in modo che chi ha partecipato non si ritrovi con carichi emozionali attivi.
Alla fine al gruppo viene spiegato quello che è successo, in che modo è stato condotto il lavoro, che significato hanno avuto le varie componenti e viene aperto uno spazio per domande.
In questo modo tutto diventa un esperienza personale: ogni cosa viene a far parte del proprio vissuto e spesso anche solo assistere fa maturare ed evolvere parti di noi che hanno, senza saperlo, gli stessi bisogni.
Utilizzare la metodologia Sistemica delle Costellazioni è un atto terapeutico, con forti implicazioni ed un forte impatto emotivo. Non basta averle fatte, saperle fare o aver frequentato un corso, o una scuola.
Ci vuole una particolare sensibilità, molta esperienza, capacità di linguaggio, conoscenze e tecnica. Non si improvvisa.
Resta un esperienza che offre un altro modo di pensare la storia, nostra e quella degli altri, che spesso viene giudicata superficialmente.